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La scommessa di Svankmajer diventa la brevità, la rapidità. Rappresentare argomenti universali nel minor tempo possibile. Una cosa che avrebbe fatto schiattare d'infarto Aristotele. Ma l'autore è bravissimo anche in queste opere fulminee. Anche perché oltre a essere sorprendentemente sintetico, lo è altrettanto nella chiarezza. È praticamente impossibile non capire di cosa stia parlando. Il rumore di fondo, il richiamo ad Arcimboldo, i tumori nel corpo della ragazza floreale, il bicchiere. Svankmajer è un poeta del cinema, nel senso proprio del termine. Mette in pochi secondi tutto.